Se mi chiami mollo tutto...Però chiamami.

• lunedì 14 gennaio 2013

A volte mi capita di provare una felicità talmente grossa che mi sembra quasi di avere freddo nonostante i 30 gradi fissi di casa mia.
E ieri è stato così. E' bastato un gesto.
E per un attimo mi sono sentita come quando alle 11 di sera ti telefona una tua amica e ti dice "chiacchierataesigaretta ?" e tu pensi di averle finite, le sigarette, e ti senti proprio pervasa dalla sfiga ma invece no. All'improvviso viene fuori una marlboro nascosta chissaquando in un cassetto e tu godi. Sono sicura che qualcuno mi capirà.

Ebbene. Il titolo di questo post è lo stesso del libro di Espinosa che mi hanno regalato ieri.
E tu che me l'hai preso (perchè sono nei tuoi pensieri e questa è per me felicità pura) eri certo che leggendo la copertina mi sarebbe scappato un sorriso, puro, disarmante e consapevole di quello che io e te siamo, al di là di tutti i "se" e i "però".

Prometto quindi a questo nuovo anno, a me e a te di eliminare il mio bisogno di controllo su tutto, la mia necessità di sapere sempre come andrà a finire qualsiasi cosa e il mio far seguire ad un "se" sempre un "però".

E comunque sia... grazie per essere la mia marlboro nascosta.





Papa o papa'?

• giovedì 10 gennaio 2013

"Mami, ma come si fa a diventare gay in Italia?"...
Eccolo qua. Puntuale. Il domandone dell'ora di cena. Che mi sono sentita un pò come la signora Longari.
Ma da dove le tirate fuori? Ma è la cotoletta con il purè che fa quest'effetto?
Raccolgo tutte le mie forze e la risposta migliore che mi viene in mente in 4 secondi è che ognuno nasce libero di provare amore per chi vuole, non bisogna fare corsi o diventare qualcuno che prima non si era.
Insomma, al cuor non si comanda.
Bene, il bimbo sembra più che soddisfatto.

Il problema è che loro sono in due: ciò che accontenta uno, stimola inevitabilmente la curiosità dell'altro.
Che avendo ben 7 anni si spinge oltre.
"Ma tipo... i gay possono avere dei figli in Italia?" (povera Italia...ti discriminano anche i bambini delle elementari...)
"No"
"E adottarli?"
"No"
"Ma perchè? Che brutto..."
... non metto per iscritto la mia risposta, perchè è stata lunga e faticosa. E poi perchè ci sono alcune cose che se rimangono in famiglia è meglio.
Ma la conclusione di mio figlio, dopo aver cercato di seguire e capire il mio monologo, è stata: "Ma il Papa non ne ha di figli vero? Perchè altrimenti secondo me cambierebbe idea".

Per il resto della serata li ho obbligati, con loro immensa sorpresa, a giocare a FIFA13.























Ippocrate se ci sei batti un colpo.

• mercoledì 19 dicembre 2012

Oggi sto pensando a te brutta strega che fai i tamponi faringei ai bambini, con quegli occhi grigi che ti spuntano da sopra la mascherina, il taglio di capelli come quello della Rettore ai tempi de Il Cobra e una voce che fa drizzare i peli.

Tu che senza la minima umanità infili un bastoncino di plastica lungo 30 centimetri nella bocca di poveri bambini che molto probabilmente si dovranno pure pappare per 8 giorni l'antibiotico più amaro della terra. Ma una qualche puntata di Grey's Anathomy? no eh...

Ed è inutile che gli fai pescare dal solito cestino la solita caramella, se poi sei così fredda e robotica e intollerante e impaziente.
Le caramelle gliele compro dopo io. Tranquilla.
Tu fai in modo che il tampone non diventi per lui un incubo ad occhi aperti, perchè altrimenti poi la prossima volta lo faccio io a te.

E soprattutto non ti innervosire e non guardare me come se fossi l'ultima di questo mondo se mio figlio ogni volta ti vomita sulle scarpe (cosa per cui lo ringrazio sempre profondamente).

















No.Non sei un "bleff".

• giovedì 13 dicembre 2012

Ma come mai quando li chiami, o gli chiedi com'è andata a scuola, o gli dici veniteatavolacheèpronto non sentono mai, mentre quando parli al telefono chiusa in bagno, che a sua volta è chiuso nel corridoio, e poi c'è anche la tele accesa, e la lavatrice che va, loro ti sentono?

Da uno di questi momenti nasce ogni volta "La Domanda", fatta sempre rigorosamente a tavola all'ora di cena, quando sei lì seduta, con i piatti ancora intatti, che non è che ti puoi alzare di colpo e andare di là e lasciare i tuoi due "inquisitori" lì dopo anni che predichi che quando è pronto in tavola si sta seduti fino a quando non si finisce...
E poi quando hai quei quattro occhi puntati nei tuoi che aspettano di sentire da te la sacra verità devi per forza rispondere e farti vedere anche molto preparata.
Insomma, la domanda di ieri sera è stata :"Mamma cos'è l'uomo bleff?" (che poi si scrive bluff, ma lui sicuramente al momento lo scriverebbe così).
Risposta:"Oooo ma ragazziiii! ma stasera arriva santa lucia!!! dai mangiamo che così poi prepariamo tutto, i biscotti, il latte, i mandarini, la carota..."
"Si ok mami, dopo prepariamo. Ma l'uomo bleff cos'è??"
E mentre gli chiedo, esternando lo stupore più stupito, da chi lo avesse mai potuto sentire, lui mi fa seraficamente notare che l'ho detto poco prima io al telefono in un confronto pre-cena con amica. E c'è anche la seconda voce che incalza sotto "si, infatti mà, l'ho sentito anche io!" (ma taci un pò tu. tu che ti succhi ancora il pollice. tu che ti infili ancora le mutande al rovescio. tu che "mamma mi prendi in braccio" ogni treperdue. stai dalla mia parte per una volta, o no?!?).

A loro ho detto che l'uomo "bleff" è quello che dice bugie. Raccomandandogli di non essere mai e poi mai così. E diciamo che in pochi minuti ne sono venuta fuori.

... In verità penso che l'uomo "bleff" non esista proprio e che assuma per noi tale sembianza solo quando noi non siamo come lui ci vorrebbe.
E allora la realtà diventa scomoda, faticosa, fa male. E ce la raccontiamo.

Ma non è così.

E' solo che non è più amore.
















Let's do therapy!

• mercoledì 14 novembre 2012

Un giorno ordinario, quello di ieri.
Fino a quando una di voi tramite il mio IPhone mi dice: "oggi cucino. punto."
Tre parole, un chiaro messaggio.
Non c'è nemmeno bisogno di risposta, perché so che lei sa che ho capito.
E d'altronde questo è il meraviglioso universo dell'amicizia, quella tra donne che io adoro, una delle condizioni imprescindibili per essere felici.

Esco dall'ufficio che è già sera, la spesa da fare, i bambini da riprendere, ma non importa, devo e voglio fare una deviazione.
Suono il campanello, mi aprono, entro e in modo assolutamente sincrono il mio cervello registra:

  • profumo di torta
  • la cappa che va a velocità 3
  • odore di fritto
  • il brodo che bolle
  • il forno che suona perché qualcosa è pronto
  • il lavandino aperto
  • il robot che trita/impasta/monta
  • burro, sale, pomodoro, funghi, melanzane, zucchero, olio, mozzarella, lievito

La situazione è grave.

Poi vedo lei, una testa di capelli da fare invidia a Cocciante e l'occhio iniettato di vendetta, che mi fa uno dei suoi sorrisi disarmanti e mi dice: "è tutto ok. adesso."

Ci abbracciamo, ci accendiamo una sigaretta e tutto va avanti come sempre.

Perché non c'è nulla di più efficace della "terapia".
Quella che tutte noi abbiamo, personalizzata e segreta ai più, e che pratichiamo ogni volta che qualcosa ci ferisce.
Quella che dobbiamo essere da sole per farla, ma solo perché sappiamo che dopo arriva qualcuno di speciale a cui raccontarla.
... Quella che ieri mi ha fatto tornare a casa con una torta allo yogurt ancora calda e una risata in più nel cuore ...















Ma la mamma di Linus, poi, chi l'ha mai vista??

• martedì 2 ottobre 2012

Hai affrontato il tuo primo allenamento di calcio con il pollice destro in bocca e l'elefantino di pezza nella mano sinistra. Scomodità a parte, mi sono interrogata più di ogni altra volta su voi due insieme.
Perchè, diciamoci la verità, Dede fa parte della nostra famiglia da 5 anni e mezzo e di bene gliene voglio tanto anche io. Lui è con noi sempre: in piscina, in aereo, in treno, nel letto, in cucina, allo stadio, al cinema (una volta gli hai messo anche gli occhiali 3D...i miei), all'asilo, in macchina, al ristorante, nel cestino della bici...Per non parlare di tutte le volte che gli ho ricucito la coda o cambiato i due bottoni che abbiamo deciso di mettergli al posto degli occhi.
Bene.
Sentimenti a parte, però, l'immagine di te che corri in campo così mi ha scatenato una serie di dubbi: dovevo eliminare il pupazzo anni fa...o magari dartelo solo di notte...oppure evitare di mettertelo nella culla dopo due ore che eri nato per garantirmi notti tranquille (in effetti ha funzionato...).



Fino a quando oggi, durante un pranzo al volo passato in compagnia del mio IPad, mi ritrovo casualmente (?) sotto agli occhi un articolo dal titolo "Orsetto, copertina: talismani della felicità".
Non era la prima volta che mi documentavo sui cosiddetti "oggetti transizionali", ma mai avevo letto che la "coperta di Linus" è sinonimo di un rapporto forte e ricco che il piccolo ha con la mamma.
Evviva l'oggetto transizionale! Evviva Dede! ... Evviva anche io!
In 45 secondi avevo cambiato idea.

...ma poi ecco che arriva.
Puntuale. Sistematico. Pungente.
Sì, proprio lui, il pensiero negativo del giorno: "...tuo fratello non ha MAI avuto il suo talismano...Quindi vuol dire che tra me e lui non c'è un rapporto così forte e ricco. Che non ha poi così tanto bisogno di me. Che allora era meglio dare anche lui sto cavolo di oggetto transizionale!..."

... A tutte le mie amiche mamme: in questi momenti concentriamoci su qualcosa di meno dubbioso ed esistenziale. Cerchiamo di capire se ci serve un paio di scarpe o una borsa, rispondiamoci di si, e andiamo.
E' l'unica cosa su cui saremo sempre sicure di non sbagliare...!











Un bellissimo giorno qualunque

• mercoledì 5 settembre 2012

Una città grigia in cui si vedono solo le felpe fluo dei miei bambini. Che osservo fino a quando spariscono dietro l'abbraccio di una maestra.
Un caffè prima di andare in ufficio e una risata con una delle poche persone che mi scaldano davvero il cuore, la pioggia che batte sulle vetrate del bar e fa venire voglia di torta di mele, amore, libro.
In macchina infilo il CD e condisco tutto con qualcosa che veramente mi tocca il cuore, che mi fa cantare a voce alta e mi fa dimenticare di ingranare la quinta.
Si insomma, ci sono quei momenti in cui anche se non è la leggerezza ad occupare il primo posto della classifica dei sentimenti, comunque sorridi, perchè anche se qualcosa non va, c'è tutto il resto che va.
E mi piace da morire quando il flusso ordinario dei pensieri quotidiani, anche solo per un attimo, lascia spazio alle emozioni e mi permette di sentire il profumo e la consistenza di ciò che sono, di ciò che valgo, di quello  che do e di quello che ho, facendomi innamorare di questo bellissimo giorno qualunque.












Informazioni personali

La mia foto
In generale penso che se aspetti di essere troppo sicuro, allora hai aspettato troppo. Ecco perchè ho deciso di appuntare sul mio blog qualsiasi cosa desti le mie emozioni. Se ci pensassi sopra, allora non sarebbe più la stessa cosa.
 

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